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L’ Araldo Abruzzese, testimone e strumento della comunità

Alla vigilia dei 113 anni di attività giornalistica de L’araldo Abruzzese, l’attuale direttore Salvatore Coccia ed il giornalista Marco Calvarese, quest’ultimo è anche coordinatore degli assetti redazionali del settimanale, raccontano il valore cristiano del periodico diocesano di Teramo-Atri. L’Araldo, giornale locale più longevo, nasce il 19 marzo del 1904, passando per le due guerre mondiali, è sempre stato “strumento di dialogo e riflessione non solo per momenti belli ma anche brutti” dice il direttore.  “Uno strumento che aiuti a superare momenti di forte difficoltà, fisica, psichica, economica e spirituale -specifica Coccia- poiché la funzione del giornale cattolico è quello di aiutare il cristiano ad essere pienamente uomo”. Il giornalista giuliese, Calvarese, precisa che “il nostro impegno con il settimanale è quello di conservare la cultura secondo i valori fondamentali della Chiesa”. L’Araldo diventa dunque “il testimone di una comunità che può confrontarsi, attraverso questo organo d’informazione, in un modo migliore per provare a costruire una società più a misura d’uomo, ma sempre tenendo conto dello spirito cristiano” dichiara il direttore. Il periodico diocesano inoltre riesce a creare il giusto connubio tra notizia locale e notizia nazionale, “perché non esistono realtà scisse tra locale e nazionale” dice Salvatore.  “Un cammino locale che rifletta anche attraverso quelli che sono gli spunti nazionali – aggiunge il giornalista, fedele collaboratore dell’Araldo- può permettere di non trovarci impreparati davanti una data situazione del nostro territorio che ha anche un rilievo nazionale”.  Un giornale cartaceo che pur attraversando l’epoca del digitale e delle informazioni via web, continua a vivere grazie al contributo degli abbonati e dell’integrazione fatta dalla diocesi teramana.

Sevizio di Ilaria Muccetti (da Teramoweb)