Particolarmente colpiti dalle ultime notizie di cronaca che hanno visto ,purtroppo, diversi giovanissimi vittime della rete e dei social, domenica 11 aprile 2020, su iniziativa del settore giovani di azione cattolica in collaborazione con l’ufficio della pastorale familiare e l’ufficio catechistico, si è tenuto un incontro on-Line sui canali social Facebook e YouTube dell’azione cattolica della nostra diocesi dal titolo “Rete e social: rischi e opportunità. Istruzioni per l’uso.”
Alla guida di una chiacchierata informale ma ricchissima di spunti abbiamo ospitato il Prof. Lorenzo Lattanzi, vicepresidente nazionale AIART, insegnante e formatore, per un’occasione formativa rivolta a quanti si trovano a stretto contatto con i più giovani, dunque genitori ,catechisti ed educatori, i quali in prima linea sono chiamati ad imparare a conoscere e gestire i pericoli ma anche le potenzialità della rete e dei social.
Il prof Lattanzi, lungi dal fornire un prontuario di risposte immediate, ha tenacemente sottolineato che, sebbene la competenza tecnologica sia fuor di dubbio un punto a favore per entrare in contatto con i nostri ragazzi così da formarsi per essere in grado di rimediare i media stessi, bisogna anzitutto richiamare noi adulti alla responsabilità di una formazione di contenuti educativi che possano essere trasmessi come valida alternativa attraverso i media, non dunque strumento da demonizzare a priori ma utile opportunità per valorizzare l’educazione.
La partita sembrerebbe doversi giocare non semplicisticamente in rete ma in una realtà di cui il virtuale è parte integrante sebbene non sempre corrisponda a verità, facendo attenzione all’interesse mediale dei nostri ragazzi e condividendolo in narrazioni familiari ed educative ,al fine di poterne affinare il senso critico.
Solo così potremmo aiutarci ed aiutarli a spostare l’attenzione da ciò che è accattivante a ciò che è nutriente, affidando la capacità di percepire ciò che seppur reale, non è affatto vero.
Una grande piaga della rete, qual è la pornografia, ad esempio, potrebbe essere affrontata con una educazione alla sessualità attraverso il digitale.
Non si tratta dunque di un aut- aut ma di un et-et in cui ciascuno di noi è chiamato a riconoscersi non portatore di verità ma di aspetti veri che solo una volta messi in gioco possono fornire alternative valide da proporre e non imporre.
Un incontro ricco di stimoli che ci ha messo ai blocchi di partenza di quello che potrebbe essere un percorso interessante per adulti e adolescenti, modulato sui diversi aspetti a cui il professore ci ha richiamato a riflettere, in un proficuo dialogo intergenerazionale che, partendo da un inconsapevole “che male c’è?” , possa finalmente capovolgere la domanda in un più attraente “che bene c’è?”
Martina e Graziano
Coppia Cooptata di AC