Lettera del Vescovo ai giovani della Diocesi

Febbraio 2019

Cari giovani,

tra pochi giorni vivrò un avvenimento per me insolito e inaspettato: dovrò tenere una lezione all’Università degli Studi di Bari, dove mi sono laureato, al termine della quale il Rettore mi consegnerà il sigillo dell’Università.

Vi confesso che ero indeciso se condividere con voi questa esperienza. Mi hanno insegnato che nella vita la troppa umiltà può trasformarsi in superbia. Alla fine ho accettato in segno di stima e di affetto per la mia Università.

Lo faccio perché vorrei ricordare con tutti voi, sia liceali o impegnati in attività lavorativa, gli anni bellissimi della mia esperienza universitaria.

Innanzitutto, non ho perso tempo!

Certo, oggi, mi accorgo che avrei potuto prepararmi meglio!

Chi avrebbe mai pensato di vivere il mio ministero a Roma e poi a Teramo-Atri!

Molti pensano che la preparazione sia sinonimo di intellettualismo e di superiorità.

In realtà non è così!

Ho incontrato docenti che mi hanno insegnato che, quanto più sei preparato tanto più sei semplice, sei “alla mano”, sei una persona normale!

L’arroganza è direttamente proporzionale all’ignoranza, anche se si è professionalmente specialisti. Molti credono che essere super specializzati significhi capire la propria vita e quella degli altri.

Durante gli anni universitari ho capito che la preparazione ha bisogno di conoscenza: non accettare per vero qualunque cosa, senza uno sforzo di verifica personale. La conoscenza è tua, la specialità è degli altri, della società scientifica. Sarà tua solo se dietro ogni specialità ci sei tu con la tua personalità, il tuo desiderio di crescere.

È inutile nascondervi che dietro queste affermazioni c’era il mio desiderio di servire la Chiesa, in particolare nella mia Parrocchia.

Durante gli anni universitari ero sempre più convinto che per servire la Chiesa fossero necessarie due qualità: la fedeltà e l’onestà intellettuale.

Quando si è liberi di programmare la propria giornata, com’era e dovrebbe essere la vita universitaria, allora la fedeltà ai propri doveri rischia molto! Il tempo, le priorità, la valutazione delle scelte: tutto diventa più difficile.

Per questo mi permetto di ricordare a tutti che non bisogna perdere tempo!

E poi l’onestà intellettuale, che vedo sempre più in difficoltà negli ultimi anni.

Molti confondono la semplificazione con la superficialità.

La superficialità non ci porta molto lontani! Non è una questione di cercare le cose complicate, ma di andare in profondità. È la profondità della conoscenza e delle scelte la via per la semplificazione che ci permette di raggiungere la meta a breve o a lungo termine!

Chi si ferma alla superfice delle cose rischia molto nella vita!

Lo vedo in tante situazioni complicate dalla superficialità, di chi non è onesto intellettualmente!

Ricordati che chi è superficiale fa un danno a e stesso e agli altri!

Fedeltà e onestà intellettuale!

Non so se sono riuscito a coniugarle nella mia vita, io ve lo auguro con tutto il cuore.

Mi ha sempre sostenuto l’amore per la Chiesa. Durante gli anni universitari ho vissuto la contestazione. Tutti contestavano. Molti, vi confesso, non sapevo perché. Forse non lo sapevano neanche loro.

Oggi vedo scarso amore per la Chiesa perché sono in crisi la fedeltà e l’onestà intellettuale. Durante gli anni universitari era di moda lo slogan: Cristo sì, Chiesa no!

E tu?

Impara ad amare la Chiesa e vedrai che cresceranno in te la fedeltà e l’onestà intellettuale. È la via per essere discepolo di Gesù nel nostro tempo.

Crescerai tu e farai crescere i tuoi fratelli, che attendono di incontrare uomini e donne fedeli e onesti intellettualmente.

Vi aspetto nei prossimi incontri a Teramo e a Giulianova.

Vostro,

+ Lorenzo, vescovo

Teramo
01-02-2019