Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha invitato calorosamente i numerosi giovani, radunati questo pomeriggio al santuario di San Gabriele, ad annunciare che Cristo vive e a non avere paura di accogliere le sfide del nostro tempo.
“A voi, cari giovani, vorrei affidare questo grande e impegnativo compito: annunciate a tutti che Cristo vive, come ci ha ricordato Papa Francesco nella Sua Lettera apostolica a voi indirizzata, Cristus vivit. Con questa solenne Veglia diamo inizio al cammino di preparazione alla celebrazione del centenario della canonizzazione di S. Gabriele dell’Addolorata, Patrono dei giovani cattolici dell’Italia e dell’Abruzzo. Vorrei innanzitutto richiamare alla vostra attenzione il legame, forte fin dal suo nome – Gabriele dell’Addolorata – del giovane “damerino”, come lo chiamavano i suoi amici, con Maria, la Madre di Gesù. Anche noi questa sera, pensando a S. Gabriele, siamo invitati a ritornare con il cuore e la mente sotto la Croce insieme con l’Addolorata.
Gabriele, come Maria, lo aveva compreso: studiava, frequentava gli ambienti del suo tempo, serviva i fratelli in difficoltà, era assiduo nella formazione cristiana. Era un giovane con la vita simile a quella dei suoi coetanei, sebbene colma del rapporto del tutto unico che lo univa a Dio.
Cari giovani, non abbiate paura di accogliere le sfide del nostro tempo, soprattutto quelle legate alla globalizzazione e alla ricerca scientifica. Anzi, è un grande dono e una grande opportunità per sentirsi parte di una società da costruire anche con il vostro contributo.
Gesù non è il profeta di un nuovo messaggio religioso o sociale, ma è, come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Redemptor Hominis, il “centro del cosmo e della storia” (n. 1).
Gabriele lo ha sperimentato in prima persona: senza il Risorto non si può vivere pienamente la propria esistenza. Aveva cercato in tutti i modi di sfuggirGli, ma alla fine ha dovuto cedere, perché la sua vita era piena solo con Lui, il vivente.
E ha concluso Parolin: “Sono certo che il cammino di preparazione e gli eventi celebrativi del centenario della canonizzazione di S. Gabrieledell’Addolorata saranno un grande dono non solo per la Chiesa di Teramo-Atri, ma per tutta la Chiesa”.
Per il secondo anno consecutivo migliaia di fedeli hanno pregato il rosario in collegamento video con le diocesi di Montevideo (Uruguay), Nairobi (Kenya), Czestochowa (Polonia). Nitra (Slovacchia), Hyderabad (India). Il rosario è stato recitato nelle varie lingue locali dai vescovi delle diocesi citate, insieme a gruppi di giovani locali.
Alla Veglia, oltre a varie autorità civili, tra cui il presidente della Regione Abruzzo Marsilio e il presidente della Provincia di Teramo Di Bonaventura, sono stati presenti tutti i giovani già riuniti nel convegno internazionale iniziato ieri pomeriggio. Al convegno, che è stato ideato dalla diocesidi Teramo-Atri, in collaborazione con il Santuario di San Gabriele,come preparazione alle celebrazioni per il Centenario della canonizzazione di San Gabriele (1920-2020), sono arrivate delegazioni da alcune città che già hanno ospitato le GMG (Giornate mondiali della gioventù): Buenos Aires, Santiago Di Compostela, Czestochowa, Roma, Toronto, Manila, Colonia, Madrid, Rio De Janeiro, Cracovia, Panama. Inoltre hanno partecipato alcuni giovani della diocesi di Teramo-Atri.
All’incontro sono intervenuti vari relatori, tra cui monsignor Fabio Fabene, Sotto-segretario del Sinodo dei Vescovi, padre Dario Di Giosia, superiore regionale dei Passionisti, Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni familiari, don Chagas Wilkes Rebouças, responsabile della pastorale giovanile del Dicastero vaticano per i laici, don Michele Falabretti, direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile della CEI.
Il convegno si è concluso nella mattinata di domenica 12 maggio con gli interventi di Roberto Veraldi dell’Università degli Studi di Pescara-Chieti e di don Massimo Balloni, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile di Teramo. La messa conclusiva, alle ore 11, è stata presieduta da monsignor Leuzzi, vescovo di Teramo-Atri.