Cari giovani,
iniziamo insieme il nuovo anno pastorale e, per molti di voi, l’anno scolastico ed accademico.
Con grande gioia, vi invio la mia prima lettera.
Vorrei ricordare una frase, rivolta ai vostri coetanei presenti in Cattedrale a Teramo, del mio breve saluto al termine della consegna della Lettera pastorale: “La chiesa esiste perché voi giovani abbiate successo”.
Molti sono rimasti un po’ sorpresi!
E subito ho pensato che sono ancora vivi i pregiudizi che circolano tra voi giovani: se sei cristiano è perché hai bisogno di qualcosa!
Ma di che cosa?
Forse di stare insieme, di essere consolato, anche di essere guarito, o forse di un miracolo!
In altri termini: se vai in Chiesa è perché hai qualche problema!
E poi, dopo aver risolto il problema, l’essere cristiano è inutile o indifferente.
Anch’io ho dovuto lottare contro questo pregiudizio!
E alla fine avevo capito e sperimentato che il pregiudizio non è applicabile alla fede cristiana.
Il Cristianesimo non è la religione del bisogno! Neanche di quello religioso.
Perché tutto ciò?
Perché ancora oggi si realizza quell’esperienza che ha fatto Matteo il pubblicano (cf. Mt 9,9), ben descritta nella famosa pittura del Caravaggio, che sarebbe bello ammirare nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.
Matteo è raffigurato al bancone delle imposte mentre svolge il suo mestiere; di lì passa Gesù che inaspettatamente lo indica e lo chiama.
È l’esperienza della gratuità!
Vi confesso che non ho mai capito come mai si sia diffuso il pregiudizio che il Cristianesimo sia la religione del bisogno!
Certo rispondere a Gesù, come ha fatto Matteo, non sempre è facile.
Tante volte abbiamo bisogno di partecipare a riti, incontri, eventi, senza una vera motivazione ma solo per curiosità o forse per rimorso. Ma sono esperienze che ci aiutano a superare la nostra pigrizia e quella spinta a non ascoltarlo o a rimandare la nostra risposta in altro momento.
Ciò non è forse il segno che la nostra risposta deve essere libera?
Di fronte alla gratuità non si può non essere liberi. È la necessità che ci rende dipendenti!
Gesù ci lascia liberi perché ci ama gratuitamente!
Cari giovani,
il successo della vita è racchiuso nella gratuità!
Chi non scopre di essere amato gratuitamente non avrà successo nella vita, anche se può raggiungere traguardi sociali importanti.
Il vero successo nella vita nasce e si sviluppa quando tu scopri che sei un dono, non un oggetto.
Nessuno deve desiderare di poter dire: ho deciso io di nascere o ho diritto a morire! Ma solo: io sono un dono per me e per gli altri.
È il successo dei veri protagonisti nella storia e non dei semplici spettatori che non conoscono che cos’è la vita e la storia!
Cari giovani,
non siete soli nel tirar fuori da voi stessi il grande desiderio di avere successo: è con voi il Signore Gesù, la sua Chiesa e tanti amici che vi guardano non come oggetti da utilizzare, ma come un grande dono per tutti.
Come Matteo!
Quando ha incontrato Gesù, la sua vita è cambiata.
Si può continuare nella propria professione, ma con gli occhi e il cuore di chi ha incontrato il vero protagonista della storia!
Lui non è la risposta al tuo bisogno, ma Colui che ti ama gratuitamente perché vuole il tuo successo.
Anche tu impara ad amare gratuitamente e sarai protagonista nella storia. Lui, infatti, ti dirà e ti farà capire il vero valore della tua vita: sei un capolavoro!
Insieme ci aiuteremo a non aver paura di imitare Matteo, che si alzò e lo seguì.
Buon anno scolastico e accademico!
Vostro,
+ Lorenzo, vescovo