Carissimi,
è con grande gioia che ci ritroviamo insieme dopo un breve ma intenso cammino ricco di tappe.
Ultima è stata quella dei convegni di Forania.
Desidero ringraziarVi per la vostra presenza e la vostra collaborazione.
Non intendo offrirvi un’articolata riflessione sul tema del prossimo anno pastorale. Lo ricordo per orientare e rimotivare il nostro convenire oggi qui nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata. Il tema è: “L’oggi di Dio e l‘oggi dell’uomo nel cambiamento d’epoca. Lo riconobbero nello spezzare il pane” (Lc 24,35).
Quest’oggi, vorrei soltanto menzionare alcune coordinate storiche ed ecclesiali nelle quali si articolerà il nostro cammino pastorale.
Innanzitutto ricordo l’impegno di meditare l’Esortazione apostolica di papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo: “Gaudete et Exsultate” del 19 marzo scorso.
In essa il Papa nel secondo capitolo indica “i due sottili nemici della santità”: lo gnosticismo e il pelagianesimo (cf. GE, nn. 36-62).
È un’indicazione importante, perché in essa il Papa ci ricorda che non si può ridurre il Cristianesimo a un messaggio religioso o sociale. L’oggi di Dio e l’oggi dell’uomo possono incontrarsi nella storia solo perché il Cristianesimo è una realtà e la Chiesa non è un gruppo religioso o sociale: è la presenza del Risorto nella storia.
Il Cristianesimo non è né un’esperienza iniziatica religiosa, né una ONG; essa è, nella storia, la vera novità di Dio nella quale l’uomo può scoprire e vivere la sua pienezza di soggetto storico.
Solo l’uomo è collaboratore di Dio. Nella celebrazione eucaristica, in particolare quella domenicale, Dio incontra il suo popolo per parlargli e camminare con lui. È l’esperienza più grande che l’uomo è chiamato a fare: vivere la sua vocazione della storia e nella storia con il Padre, in Gesù Cristo, con il dono dello Spirito Santo.
Nella celebrazione eucaristica non ci possono essere divisioni: né di classe, né di cultura, né di carismi. Il popolo che cammina nella storia con il Risorto è uno solo, come una è la comunità diocesana riunita intorno al Vescovo (cf. Gal 3,26-29).
Lo gnosticismo e il pelagianesimo, al contrario, dividono la Chiesa e le comunità ecclesiali e impediscono la santità dei battezzati.
Il secondo punto che desidero sottolineare è il Sinodo dei Vescovi, dedicato alla questione giovanile e che avrà come tema di riflessione il seguente: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Come ben già conoscete, il Sinodo si svolgerà in Vaticano dal 3 al 28 di ottobre.
Insieme, abbiamo già vissuto alcuni momenti importanti di riflessione e di preghiera in preparazione al Sinodo. Il convegno del 21 aprile scorso – in cui abbiamo riflettuto sul tema: “I giovani del teramano, tra speranze e difficoltà” – ha di sicuro posto le fondamenta per il futuro della pastorale giovanile diocesana. Infatti, sono state coinvolte tutte le realtà nelle quali i giovani vivono quotidianamente e in esse cercano di crescere: lo studio, il lavoro, della fede, gli sili di vita, lo sport, le comunicazione e le reti e, infine, la cultura e il tempo libero.
Abbiamo così iniziato un cammino impegnativo ma ricco di conseguenze per l’evangelizzazione.
Vorrei, in tale contesto, ricordarvi anche il provvidenziale anniversario della canonizzazione di San Gabriele dell’Addolorata (1920-2020). In questi due anni che ci separano dalla celebrazione del centenario, avrà luogo il pellegrinaggio della Croce del Sinodo che coinvolgerà tutte le Foranie della Diocesi. È un grande progetto, che ci consentirà di camminare assieme ai nostri giovani e aiutarli a incontrare il Risorto vivendo con generosità e parresia con Lui e per Lui.
Infine la canonizzazione del Beato Paolo VI, che avverrà il 14 ottobre 2018. È il Papa del Concilio Vaticano II.
Con i sacerdoti della Diocesi abbiamo deciso di rileggere insieme tre documenti conciliari: (1) la Costituzione Dogmatica sulla Divina rivelazione “Dei Verbum”, (2) la Costituzione Dogmatica sulla Chiesa “Lumen Gentium” e (3) la Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo “Gaudium et Spes”.
Questi tre documenti guideranno il nostro cammino – in particolare quest’anno mediteremo la Lumen Gentium – e ci solleciteranno a scoprire la diakonia della storia di tutta la Chiesa. È la diakonia della carità, articolata in samaritana, intellettuale e politica.
Si tratta di una grande eredità che siamo chiamati ad accogliere, la cui sfida più impegnativa riguarderà la formazione dei laici e la riscoperta della loro vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo.
Cari amici,
ora spetta a noi tutti il compito di servire la nostra Chiesa. Tutti la amiamo con affetto filiale. A Lei dobbiamo dedicare i carismi e i ministeri che il Signore ci ha affidato. Chiediamo al Signore di essere suoi umili e appassionati servitori del Vangelo. Lavoriamo per Lui e mai per noi stessi.
Buon lavoro!
+ Lorenzo Leuzzi
Vescovo