Cari studenti maturandi,
è ancora vivo nella mia mente il ricordo della benedizione delle penne e, soprattutto, di tutti voi al termine della recita del Santo Rosario nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, a cui voi siete tanto affezionati.
A una settimana dall’evento desidero esservi vicino con questa breve lettera con la quale desidero non solo augurarvi un buon esito dell’esame di maturità, ma anche di vivere questo traguardo come una tappa fondamentale della vostra vita.
Certamente state vivendo un’esperienza unica e, speriamo, irripetibile, per la grave emergenza sanitaria.
Ma ciò non deve far diminuire l’entusiasmo nel progettare la vostra vita. Anzi!
Questa esperienza sarà importante non solo per voi, ma per le generazioni che incontrerete.
Come può vivere un giovane nell’isolamento sociale? Come si può pensare di costruire il proprio futuro quando tutto si ferma e non si sa come ripartire?
Sono domande che, in questi giorni, ho condiviso con voi.
Io non vorrei limitarmi ad inviarvi parole di circostanza. Vorrei suggerirvi ciò che ho vissuto anch’io quando, come voi, ho partecipato all’esame di maturità.
Ricordo che i miei compagni mi costrinsero, benevolmente, a scegliere come prima materia orale la matematica. In un Liceo classico la matematica non era materia privilegiata!
Per amicizia accettai, anche perché non mi costava molto.
Mai isolarsi!
Anche nel tempo della pandemia, distanza fisica sì, anche per motivi sanitari, ma mai distanziamento sociale!
Vi invito a non dimenticare i vostri amici di classe. Saranno i vostri compagni di viaggio. Non sarete mai soli!
Durante il tempo dell’esame già pensavo al dopo.
L’esame era solo una tappa, non l’obiettivo della vita.
Il dopo!
Mai agitarsi! Senza paura, essere pronti per iniziare il cammino.
Non bisogna vedere già il traguardo. Si deve partire con scelte motivate e verificate con le persone di cui vi fidate.
Io scelsi di iscrivermi al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia. Nello stesso tempo il mio parroco, che forse aveva nel cuore la speranza che io scegliessi il sacerdozio, mi invitò a frequentare, contemporaneamente, un corso, appena iniziato, di teologia.
Nel ‘79 conseguii il baccellierato in Teologia e nel 1980 la Laurea. Mai fuori corso!
Tante volte mi sono chiesto perché la Laurea. Certamente per la preparazione personale, che non fa mai male. Ma, oggi, posso dire che è servita per proseguire gli studi a Roma, dal momento che in Puglia non potevo frequentare le strutture formative regionali.
Mai pensato né prima, né dopo la maturità, un tale itinerario! Non abbiate paura del futuro!
L’importante è impegnarsi e non perdere tempo.
È difficile? Io penso di no!
Quando si è giovani c’è l’entusiasmo di guardare avanti.
Per me è stato quasi spontaneo vivere questo percorso perché ero inserito in Parrocchia e nell’Azione Cattolica.
Ma anche per voi. Non siete soli!
La Chiesa vi è vicina perché vi dona la presenza del Risorto. Lui conduce la tua vita!
Fidati! Come ha fatto San Gabriele. Alla fine ha vinto Lui, il Risorto, e anche per te, se sarai umile e semplice, si apriranno strade nuove, forse mai pensate.
Io vi sono vicino.
Con me anche tanti sacerdoti e animatori giovanili della nostra Chiesa diocesana.
In bocca al lupo.
Con la mia benedizione.
Vostro,
✠ Lorenzo, vescovo