In coincidenza con la novena per la festività della Madonna delle Grazie di Teramo si è concluso il restauro della preziosa scultura lignea raffigurante la Madonna col Bambino che torna così alla devozione e dopo trent’anni sarà eccezionalmente portata in processione nella festività del 2 luglio.
In ossequio alla tradizione all’ingresso in città, presso Porta Reale, il sindaco Gianguido D’Alberto offrirà alla Vergine il cero e la chiave simbolica della città, per poi procedere processionalmente verso la Cattedrale dove il vescovo Mons. Lorenzo Leuzzi incoronerà di nuovo la statua della Madonna, rivivendo così l’evento del 1933.
La statua, posta entro la nicchia marmorea dell’altare maggiore del Santuario, è da tempi remoti al centro della devozione dei teramani. La comunità francescana, grazie anche alle approfondite ricerche dello storico dell’arte prof. Germano Boffi, ha deciso di sottoporre la scultura al monitoraggio dello stato di conservazione e al risanamento delle alterazioni derivate dal tempo.
Come informa il rettore del Santuario, padre Vincenzo Galli, tra i tanti progetti esaminati ne è stato individuato uno redatto da una ditta abruzzese Mimarc s.r.l. di Antonio Mignemi, restauratore diplomato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, affiancato da Aspasia Formichetti diplomata all’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma, che ha al suo attivo lavori su opere esemplari della storia dell’arte italiana.
Il delicato e complesso lavoro si è svolto sotto la sorveglianza dalla dottoressa Maria Grilli funzionario storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo. L’intervento di restauro ha sanato le lesioni, la pulitura ha poi fatto emergere nuovi valori cromatici e stilistici che confermano la raffinatezza esecutiva e la perizia del maestro che l’ha realizzata.
L’immagine della Madonna è stata sottoposta ad indagini diagnostiche: radiografie, TAC e fotografie all’ultravioletto, che hanno fatto rivelare come la scultura fosse stata realizzata in un unico tronco scavato dall’interno per alleggerirlo, ad eccezione dello scranno, delle braccia e del Bambino.
L’opera, databile intorno al 1474, anno in cui furono ultimati i lavori per l’adeguamento del convento, costituisce uno dei più alti esempi di scultura lignea del centro Italia. Fu portata da L’Aquila a Teramo per volere di Giacomo della Marca e gli studi in corso potranno fornire ulteriori elementi e forse dare conferma alle tesi che la attribuiscono a Silvestro dell’Aquila, il più noto maestro del Rinascimento in Abruzzo.
La narrazione popolare attribuisce alla statua anche eventi miracolosi avvenuti all’indomani della sua realizzazione: il carro sul quale viaggiava cadde in un dirupo e un intervento divino mise in salvo la statua, persone e animali che la trasportavano; tanto clamore suscitò l’evento che sul luogo fu costruita un’edicola votiva, poi trasformata in chiesa, quella di Santa Maria della ‘Cona’, appunto; alla Madonna delle Grazie è anche attribuito il salvataggio di Teramo dall’assedio degli Acquaviva nel 1521.
Il lavoro sul simulacro mariano, finanziato con il contributo dell’Associazione Lions Club di Teramo è un tangibile segno per la rinascita culturale della città di Teramo, e per dibattere su questo e altri importanti temi di arte e storia teramana la Soprintendenza intende promuovere un convegno di studi entro i prossimi mesi.